Viviamo in un tempo di grandi trasformazioni: dalla tecnologia, ai cambiamenti climatici, alla demografia, tutto sta riplasmando il mondo secondo nuovi equilibri e visioni. Una vera e propria rivoluzione che almeno sul piano tecnologico può rappresentare quello che definisco il “terzo balzo in avanti dell’umanità”, dopo la lontana rivoluzione neolitica e la più recente rivoluzione industriale. Le tecnologie che vanno sotto il nome di Industry 4.0 stanno aprendo opportunità inesplorate per il genere umano, permettendo di liberare dopo millenni le migliori capacità intellettive dell’umanità. La crescita della tecnologia sta infatti assumendo, grazie alle tecnologie ICT e alla grande capacità di immagazzinamento dati e loro elaborazione a costi e tempi molto bassi, uno sviluppo esponenziale. Questo implica una rivoluzione di senso in tutti i campi dell’umano, finanche della natura stessa dell’uomo.
Investire quindi in tecnologia, anticipare il cambiamento, puntare sulla formazione e sulle competenze delle persone non è una delle tante opzioni possibili e non è nemmeno rallentabile: è l’unica opzione con la quale fare i conti. Dentro questo vorticoso cambiamento il lavoro è l’epicentro di questa grande sfida, per la nostra generazione e per l’umanità.
Per il sindacato, in uno scenario di questa portata pensare di non rimettersi in discussione sarebbe miope oltre che sbagliato. Per questo oggi, se vogliamo cogliere il segno dei tempi, siamo chiamati a fare scelte radicali, rifondative e rigenerative dentro quello che definisco “ecosistema 4.0”.
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