L’unico modo per arrivare a una visione più ampia è essere in un punto particolare
Donna Haraway
Pensare al futuro e pensare per il futuro significa depauperare il presente dei suoi anacronismi, dissodare il terreno per pensieri che non siamo ancora in grado di ragionare e dialettizzare. In questo articolo cercherò di colpire al cuore – spero mortalmente – due dicotomie che contraddistinguono il logos occidentale così come noi lo conosciamo: la distinzione tra uomo e donna e l’opposizione tra natura e tecnologia. Nell’assumermi questo compito mi avvarrò del sostegno di due proposte filosofiche dirompenti ed eccentriche che ci proiettano direttamente in quella dimensione inedita e tutta da costruire che è il domani.
In primo luogo affronterò Mario Mieli, filosofo e attivista di rottura, che agli inizi degli anni Settanta del Novecento è tra i fondatori del FUORI[1] e viene considerato uno dei massimi teorici delle questioni LGBT+.[2] Marxista rivoluzionario fortemente influenzato dalla Scuola di Francoforte, in particolar modo dal pensiero di Marcuse, egli pubblica Elementi di critica omosessuale – rifacimento della sua tesi di laurea in filosofia morale – con Einaudi, nel 1977.
In seconda battuta esporrò il pensiero di Donna Haraway, biologa e storica della scienza presso l’Università della California di Santa Cruz. Collega di pensatrici come Angela Davis e Teresa de Lauretis, è l’iniziatrice della corrente del cyberfemminismo, con il suo Manifesto cyborg (1991): un approccio femminista che fa della riflessione sulla tecnologia il terreno privilegiato per analizzare un sistema sociale che la stessa Haraway definisce come «informatica del dominio» (Cavarero e Restaino, 2002).
Cercherò così di stanare le contraddizioni a noi coeve con l’obiettivo di darci lo slancio per toccare nuovi stili di ragionamento in grado di reggere la dimensione temporale del futuro. Citerò brevemente in conclusione il pensiero tentacolare proposto da Haraway, ovvero un modo eterodosso per abbandonare la razionalità occidentale ormai sclerotizzata, e predisporci al rigore della creatività.