La tecnologia non è il nostro destino. Siamo noi a dare forma al nostro destino.
(Brynjolfsson, McAfee 2019)
Gli algoritmi invadono le nostre vite, anzi, la nostra ontologia umana. Se prima (sebbene erroneamente) la filosofia si è focalizzata sul binomio mente/corpo, questo si è oggi trasformato nel trinomio mente/corpo/dati. L’identità personale (che in realtà è un tutt’uno inscindibile) è infatti il costrutto di una componente corporale che pensa e che lascia tracce. Dopo la rivoluzione digitale tali tracce non sono più solo impressioni, ricordi o immagini, ma veri e propri dati: i profili social, i messaggi e le telefonate, le preferenze nei motori di ricerca, i cookies, e così via. Nulla scompare dalla rete (cfr. Sisto, 2018).
Questi dati sono i numeri con cui operano gli algoritmi che agiscono direttamente nelle nostre vite: scelgono quali post vediamo sui social, quali potrebbero essere i contenuti online che più ci interessano o il prodotto che vorremo acquistare in futuro. La particolarità di questa operazione è che, sempre più spesso, pare che l’algoritmo di turno sappia prevedere ciò che stiamo per fare.
La predittibilità delle nostre azioni non è solo una questione tecnica, ma mette in gioco la nostra stessa essenza: se davvero fosse possibile predire ciò che un individuo sta per fare, questo comporterebbe la resa definitiva del libero arbitrio. Un esempio drammatico e distopico di questo dilemma è rappresentato dalla serie tv Westworld, in cui uno dei temi principali è proprio la domanda continua dei protagonisti circa la possibilità del libero arbitrio (cfr. Lammoglia, 2020).
Nel seguente articolo cercherò di dimostrare come gli algoritmi non possano assolutamente predire le nostre azioni. Quello che fanno (e lo fanno molto bene) è indurre un comportamento o un’azione all’interno di un sistema chiuso, supportati dalla gigantesca mole di dati che possiedono. Per farlo, proveremo in prima battuta a stilare un breve dizionario delle parole fondamentali per affrontare l’articolo; successivamente porteremo un esempio classico di apparente predittibilità. Procederemo quindi mostrando come avvengono le predizioni e come esse siano in realtà induzioni, provando ad esplicare perché l’uomo è libero e imprevedibile. Infine, proveremo a tratteggiare alcuni scenari futuri, con particolare riferimento ad azioni che ritengo imprescindibili per preservare una libertà che, pur non essendo messa in dubbio, è sempre più fortemente vincolata.