Il turismo ha sempre incontrato e continuerà a incontrare grandi sfide. Essendo un’attività umana “trasversale”, il turismo intercetta diverse dimensioni dell’agire sociale che vanno da quelle più squisitamente economiche fino ad arrivare a quelle tecnologiche (von Bergner, Lohmann, 2014). Nel recente passato queste sfide sono nate da accadimenti scioccanti come gli attacchi terroristici dei primi anni Duemila, oppure i disastri naturali che ancora imperversano in tutto il globo. Non ultima la pandemia da Covid-19 che ha bloccato la mobilità da turismo per oltre un anno richiedendo all’industria dell’accoglienza di far fronte rapidamente a una situazione di stallo.
Considerando che siamo di fronte a un tipo di agire che da attività esclusiva, di cui godevano solo poche persone, è diventato motore dell’economia mondiale, le sfide che il turismo dovrà affrontare sono e saranno ancora più complesse e a lungo termine. Con la pandemia da Covid-19 e le relative misure introdotte per contenere la diffusione del virus si sono avuti degli effetti molto tangibili per il settore del turismo e per l’economia globale. Questo impatto, infatti, si è avvertito particolarmente in quei Paesi, in quelle città e in quelle regioni dove il turismo è una parte importante dell’economia e della vita sociale delle comunità. Di fronte a una perdita così consistente, l’Unione Europea e i governi di tutto il mondo non hanno potuto non intervenire rapidamente, aiutando il settore del turismo e offrendo sostegno finanziario alle piccole e medie imprese. Le più popolari destinazioni turistiche nonché gli alberghi, i ristoranti, i bar, i musei, i parchi tematici e le diverse attrazioni turistiche sono state chiuse durante la pandemia. Le fiere, i congressi e gli eventi culturali che si dovevano svolgere nel 2020 sono stati cancellati o rinviati nel biennio 2021-2022. Altri eventi importanti, come quelli sportivi – pensiamo per esempio al campionato di calcio “Euro 2020” oppure ai giochi Olimpici, previsti nella stagione 2020 – sono stati posticipati.
All’alba della pandemia, la stessa Banca Centrale Europea (EPRS, 2020) teneva conto che il turismo era stato completamente paralizzato devastando le economie dipendenti dall’industria turistica. Gli scenari presentati e le stime rivedute dell’OCSE sull’impatto del lockdown nel 2020 avevano stimato che il potenziale shock dovuto al calo dell’economia turistica internazionale sarebbe potuto oscillare tra il 60% e l’80%. Analisi poi confermata dalla stessa OCSE (2020). Sempre in questo periodo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazione Unite stimavano che gli arrivi dei turisti internazionali a livello mondiale erano diminuiti del 20-30% traducendosi in una perdita di 300-400 miliardi di dollari di spesa da parte di visitatori internazionali (www.unwto.org). Inoltre, mentre l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico aveva esplicitato che lo shock avrebbe portato a un declino del 45-70% nell’economia del turismo internazionale nel 2020 (OCSE, 2020), il Consiglio mondiale dei viaggi e del turismo annunciava che, sempre in quest’anno, il mercato dei viaggi e del turismo aveva già perso 75 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo di cui 6,4 milioni nell’UE (EPRS, 2020).
Prima della crisi pandemica, infatti, il turismo era divenuto tra i settori più importanti dell’economia mondiale, rappresentando il 10% del PIL globale e oltre 320 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo (PNRR, 2021). Essendo, dunque, uno dei più importanti “datori di lavoro” a livello mondiale (1 su 10 è direttamente correlato al turismo) il legame tra turismo e pandemia è stato l’epicentro di molte discussioni politiche nazionali e internazionali e dei governi che, nell’ultimo biennio, hanno dovuto considerare le implicazioni, a lungo termine e a lungo raggio, della crisi. Allo stato attuale le restrizioni per i viaggi causate dalla pandemia si stanno lentamente allentando anche se le conseguenze più critiche dovute al fermo pandemico continuano a interferire sul settore (Corbisiero, 2021).