Negli ultimi decenni vi sono state importanti scoperte paleontologiche fra Altamura e Matera, due città distanti pochi chilometri l’una dall’altra ma divise amministrativamente da confini regionali: ad Altamura lo scheletro del più antico uomo di Neanderthal fino ad oggi ritrovato, datato circa 150.000 anni, e un sito con migliaia di orme di almeno cinque specie differenti di dinosauri. A Matera il fossile di una balenottera preistorica datata un milione di anni, importante non tanto per la datazione quanto per le dimensioni. Tre storie diverse, come diversi sono stati i dibattiti in loco, tra richiesta di valorizzazione e timori. In mezzo il rischio concreto che non si colga l’occasione di creare dei siti turistici all’altezza.
L’uso della tecnologia, accanto a una buona narrazione, potrebbe permettere a questi reperti di diventare degli attrattori turistici di livello, e non solo essere dei siti legati alla didattica locale? Le teorie del digital storytelling applicate al settore turistico sono alla base di questo studio che intende analizzare lo stato dell’arte dei siti dedicati alle scoperte paleontologiche, in Italia e in alcuni importanti siti stranieri presi a esempio. Ma anche le loro eventuali potenzialità per una fruizione turistica. Lo studio parte da una panoramica dell’offerta museale paleontologica in Italia per analizzarne i dati legati alla fruizione, per poi soffermarsi sul tipo di narrazione eventualmente usata e sull’uso di tecnologie. Un primo punto di domanda è se la fruizione di questi siti sia solo legata alla ricerca e all’educazione o vi sia una potenziale vocazione turistica. Ci si soffermerà poi su alcuni casi scelti, non solo italiani, che grazie a buon uso di tecnologia e ottima narrazione si sono affermati come siti turistici generalisti: da Lascaux a Bolzano, non limitandosi solo a siti legati alla preistoria. Al contempo, sempre per restare nell’ottica dell’importanza della narrazione e dell’uso delle tecnologie, si analizzeranno dei ritrovamenti pur importanti caduti nell’oblio o che comunque al momento non si sono trasformati in occasione di sviluppo per il territorio circostante ma sono rimasti legati nei confini della ricerca: un esempio fra questi è il fossile di dinosauro rinvenuto a Pietraroja.